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giovedì 2 febbraio 2017

Drink d’inverno: un Manhattan corretto


01Speziato. Corroborante. Dal gusto ricco e non  troppo secco. Il cocktail dei mesi freddi è, per molta gente, il Manhattan. Magari, riveduto e corretto per adattarlo meglio alla stagione o al proprio gusto, che è sovrano.
Diversamente da altri grandi classici, il Manhattan non è mai uscito dal cono di luce, non è stato necessario ripescarlo dal dimenticatoio grazie alla moda dei cocktail vintage o dal recupero degli speakeasy. Il Manhattan è sempre stato lì, in tutte le carte di tutti i cocktail bar sin dall’ormai lontana nascita. O poco più tardi. E’ un drink dal sapore caldo e intenso, quasi una coccola. O almeno un massaggio sulle spalle. Adattissimo quando si rientra da una giornata gelata, sembra fatto apposta per il dopo sci. È maschile, ma capace di piacere anche alle donne. Ed era, si racconta, il cocktail quotidiano di John Pierpont Morgan. La leggenda dice che sia stato inventato da Iain Marshall per la granfesta organizzata nel 1876 da Jennie Randolph (nientemeno che la madre di Winston Churchill) a favore del candidato alle presidenziali Samuel J. Tilden.  Nella sua versione base, è fatto di Bourbon (in origine di rye, il whiskey di segale), vermouth rosso e Angostura. Guarnizione, una ciliegina. La discussione è  su quale sia l’esatta proporzione tra distillato e vermouth. Ovviamente, dipende dai gusti. Io metto tre parti di bourbon, una di Martini rosso, e un paio di gocce del pimento bitter di Dale Degroff, non semplicissimo da trovare  in Italia. Ma, appunto, l’Angostura va benissimo ed è quanto prevede la ricetta.  La  fama duratura del Manhattan ha prodotto innumerevoli varianti: il consiglio è quello di sperimentare fino a quando trovate il “vostro” Manhattan. Per esempio, a me piace molto sostituire il bourbon con il cognac. Inoltrre, il Manhattan è un drink in cui la differenza delle marche  di whiskey e vino usate ne cambia il gusto in maniera vistosa. Io, ne propongo una versione «spicy», che tuttavia richiede un minimo di preparazione: la speziatura del vermouth. Si scaldano un paio di tazze dell’elisir piemontese fin quando sta per prendere il bollore. A quel punto si aggiungono 2 stecche di cannella, qualche grano di pepe e alcuni di pimento, due chiodi di garofano, un pizzico di sale. Si spegne subito il fuoco, si copre e si lascia riposare il liquido per qualche ora prima di filtrarlo. Assaggiando spesso per togliere le spezie prima che il sapore diventi troppo forte. Poi, appunto, si fa un normale Manhattan con il vermouth «speciale». Se piace, sulla  superficie del liquido si può dare un grattugiata di noce moscata. Per la ciliegia migliore, nessun dubbio: resta quella della Luxardo.

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